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NASpI: nuovo requisito contributivo dal 2025

NASpI: nuovo requisito contributivo dal 2025

NASpI 2025: cosa cambia con il nuovo requisito contributivo

Dal 1° gennaio 2025 è entrata in vigore una rilevante novità normativa che modifica i criteri di accesso alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), la principale indennità di disoccupazione erogata dall’INPS. La legge di Bilancio 2025, con la circolare INPS n. 98/2025, ha introdotto un nuovo requisito contributivo, che interessa in modo particolare chi, nei 12 mesi precedenti la perdita involontaria del lavoro, abbia lasciato volontariamente un precedente impiego a tempo indeterminato.

Il nuovo requisito delle 13 settimane

In presenza di una cessazione volontaria (dimissioni o risoluzione consensuale) da un rapporto di lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi che precedono la disoccupazione involontaria per cui si richiede la NASpI, il lavoratore dovrà dimostrare di aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione tra la data di cessazione volontaria e quella di cessazione involontaria.

In sintesi:

  1. Se nei 12 mesi prima della perdita involontaria del lavoro ci sono state dimissioni o risoluzione consensuale da un contratto a tempo indeterminato, per accedere alla NASpI serviranno almeno 13 settimane di contributi versati dopo quell’evento e prima della nuova disoccupazione.
  2. Il requisito si applica solo a queste specifiche situazioni e non modifica le altre condizioni generali di accesso alla NASpI, che restano:- Stato di disoccupazione involontaria;;- Almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni- Almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti.
  3. Stato di disoccupazione involontaria.
  4. Almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni.
  5. Almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti.

Chi è escluso dal nuovo requisito

Non tutte le dimissioni volontarie fanno scattare il nuovo requisito. Sono escluse:

  1. Dimissioni per giusta causa;
  2. Dimissioni durante il periodo tutelato di maternità o paternità;
  3. Risoluzioni consensuali nell’ambito della procedura di conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro (art. 7 legge 604/1966);
  4. Altre casistiche specifiche indicate dall’INPS, come il rifiuto di trasferimento oltre 50 km o con tempi di percorrenza superiori a 80 minuti.

Quali contributi sono utili al requisito

Ai fini delle 13 settimane di contribuzione sono validi:

  1. I contributi previdenziali versati durante rapporti di lavoro subordinato;
  2. I contributi figurativi per maternità obbligatoria e congedo parentale, se regolarmente indennizzati;
  3. I periodi di lavoro all’estero in Paesi UE o convenzionati;
  4. I periodi di astensione per malattia dei figli (fino a 5 giorni l’anno).

Anche le settimane di contribuzione nel settore agricolo possono essere cumulate.

Cosa NON cambia

Il nuovo requisito riguarda solo l’accesso alla prestazione in casi specifici: non modifica il calcolo dell’importo o della durata della NASpI, che restano regolati dalle norme precedenti.

Perché affidarsi a un consulente del lavoro per la gestione della NASpI

Le novità introdotte dal 2025 rendono la normativa NASpI ancora più articolata e ricca di eccezioni. Un errore nella valutazione dei requisiti o nella presentazione della domanda può comportare la perdita del diritto all’indennità o ritardi nell’erogazione.

Un consulente del lavoro può:

  1. Analizzare la tua posizione contributiva e lavorativa per verificare se rientri nei nuovi casi previsti;
  2. Verificare la corretta maturazione delle 13 settimane di contribuzione richieste;
  3. Gestire la domanda NASpI, evitando errori o omissioni;
  4. Fornire assistenza in caso di richieste di chiarimenti o integrazioni da parte dell’INPS.

Affidarsi a un professionista significa tutelare i propri diritti e ricevere supporto personalizzato in ogni fase della procedura.